La mia storia

Il mio nome è Marisa Vitali. La mia storia comincia a Città del Capo. Mamma sudafricana, babbo italiano. Sono stata per molto tempo una cantante lirica di professione, ho cantato in tutto il mondo, lavorando con celebrità internazionali e nei teatro più importanti del mondo..

Poi tutto è cambiato. Ho deciso di allevare mia figlia, abbandonando quello splendido circo che purtroppo chiedeva un impegno assoluto. Mi sono separata, ho conosciuto colui che sarebbe diventato mio marito e mi sono trasferita in Toscana... Greve in Chianti, dove ho aperto un piccolo negozio di abbigliamento per bambini. Cercavo una semplicità perduta, ma anche una mia personale creatività.

Il cake design è entrato nella mia vita quasi per caso, in un momento di ricerca interiore. Quasi per gioco ho fatto un mini corso a Londra per imparare a fare e decorare i cupcake, e ogni tanto facevo una torta per un’amica. Dopo qualche anno, quello che sembrava un gioco è diventato molto altro. Ora lavoro con i più celebri wedding planner, con i catering più rinomati... E ancora non ho capito com’è successo. Penso ancora a quando, nel 2015, mi limitavo a realizzare qualche torta di compleanno.

Il centro della festa

Quando cantavo, la diva ero io. Ora i riflettori non mi sfiorano. Lo trovo bellissimo. Il Cake Design è arte dietro le quinte, qualcosa che crea arte senza stare in scena.
In questo lavoro la gioia più grande è trovare uno stile personale. La chitarra di David Gilmour, il pennello di Picasso, sono unici perché li riconosci tra mille. La mia piccola soddisfazione è aver trovato un mio linguaggio: se tra tante torte vedi le mie, le riconosci.

Lo scopo? Far parte della giornata più importante della vita di qualcuno. Magari tra cinquant’anni queste persone guarderanno insieme la foto del loro matrimonio, e ci sarà la mia torta a ricordargli quel momento meraviglioso.

Diventare Cake Designer

Dietro ogni storia a lieto fine c’è una grande mole di lavoro. Un percorso complicato, fatto di fallimenti e studio. Il Cake Design è una disciplina molto precisa: le mie torte a piani non concedono niente all’improvvisazione.

Una delle cose che scopri di quelle meravigliose torte decorate che vediamo nei matrimoni è che spesso non sono così buone da mangiare. Troppo spesso quello che vediamo è tutta apparenza. Uno dei miei obiettivi è stato, fin dall’inizio, fare in modo che il sapore fosse all’altezza dell’impatto visivo. Qual è il mio segreto? Mi piace talmente tanto da riuscirci. Come sempre, l’unico trucco è l’amore per quello che fai.

A volte le strade si presentano in modo inaspettato. Dopo un po’ di tempo che realizzavo torte ho cominciato a ricevere telefonate. Erano nomi importanti, wedding planner di fama mondiale. All’inizio non ci credevo, non mi sembrava possibile. Di carattere sono ipercritica: pensavo sempre di non aver fatto abbastanza. È stato il riconoscimento da parte del mondo esterno a farmi capire che ero sulla strada giusta, a darmi coraggio e a farmi continuare.
“Posso dire di essere autodidatta: ho imparato leggendo libri, guardando la televisione e seguendo dei tutorial, niente di più”